Cattive abitudini? Riprogrammarle con la neuroplasticità cerebrale
Le abitudini sono la soluzione che utilizza il cervello per risparmiare energia. Anche un’azione complicata che richiede come guidare o portare a termine il proprio lavoro, diventa con il tempo un’abitudine senza sforzi.
Le nostre abitudini, unite alle nostre convinzioni e allo stile di vita, modellano costantemente il nostro cervello e, di conseguenza, influenzano il nostro essere.
Le abitudini possono essere di diverso tipo:
- abitudini fisiche: come ci vestiamo, come parliamo o ci presentiamo
- Abitudini mentali – quello che pensiamo di noi stessi, come gestiamo le priorità, affrontiamo i problemi o prendiamo decisioni
- Abitudini emozionali – come reagiamo agli stimoli esterni, che idea abbiamo di noi stessi, il nostro temperamento emotivo
Fortunatamente il nostro cervello non è statico: può essere allenato per cambiare abitudini di pensiero acquisite nel corso degli anni o per apprendere nuove abilità. Il cervello ha infatti la capacità di adattarsi per far fronte alle esigenze del mondo che ci circonda. Una delle prove è il fatto che le persone che diventano non vedenti o non udenti sviluppano maggiormente altre aree del cervello dedicate alla percezione mediante altri sensi e riorganizzano le funzioni cerebrali.
È possibile riprogrammare e potenziare il cervello per performare al meglio e fare in modo che si adatti a quelle che sono le nostre nuove esigenze, grazie al concetto di Neuroplasticità cerebrale, che produce l’apprendimento: permette infatti al sistema nervoso di modificarsi a seconda dagli eventi che lo coinvolgono e influenzano, come ad esempio l’esperienza.
La straordinaria capacità del cervello di riorganizzarsi, quindi, dipende innanzitutto da noi. Dobbiamo imparare a riconoscere le cattive abitudine, smascherarle comprendendo gli errori cognitivi che le generano e, infine, riprogrammarle, per aprire nuovi sentieri, adottare, cioè, nuove abitudini positive e costruttive.