Neuroscienza&Quotidiano

8 consigli dalle Neuroscienze per evitare il contagio

COME EVITARE UN CONTAGIO DIVERSO: L’ISTERIA PUBBLICA, UNA DIVERSA MINACCIA CONTAGIOSA.

8 SUGGERIMENTI DALLE NEUROSCIENZE.

di Cristina Turchet

Mentre i ricercatori si preoccupano di capire come funzioni il contagio da COVID -19, gli psicologi sono sempre preoccupati per un altro tipo di contagio, i cui sintomi vanno da un’ansia acuta, a un’isteria in piena regola.

I vari numeri telefonici e pronti soccorso sono stati inondati dalla gente che teme di aver preso il virus, gli scaffali dei supermercati si sono svuotati e le mascherine o i prodotti per la pulizia mani sono irreperibili. Non c’è dubbio che gli eventi di queste ultime settimane hanno lasciato la popolazione estremamente preoccupata e disorientata, anche alla luce di una confusa risposta delle autorità.

Abbiamo visto e continuiamo a vedere reazioni e panico sproporzionati: persone che rifiutano di incontrare veneti, merci che non vengono toccate perché in arrivo dalla Cina o ora dalla Lombardia.  Avere timori e paure è normale, ma ansia generalizzata, angoscia o panico non aiutano e sono solo controproducenti.

Un atteggiamento psicologico valido può aiutare non solo chi lo attua ma anche gli altri, innescando un circuito virtuoso, e aumentando il “quoziente di resilienza” dei singoli, della famiglia, della comunità.

Cosa causa questi comportamenti irrazionali?

Gli psicologi sanno da anni che le persone giudicano il rischio in base a un sofisticato equilibrio di emozione e deduzione. Spesso il primo batte il secondo.

Le reazioni istintuali sono rapide e automatiche, utili nei momenti in cui i fatti non sono noti o non c’è abbastanza tempo per elaborare quel poco che si sa. Il ragionamento analitico è molto più lento e molto più difficile; se facessimo affidamento solo sull’analisi, le decisioni sul rischio ci paralizzerebbero.

Nella vita di tutti i giorni, la mente si destreggia tra i due metodi di valutazione del rischio. La ricerca in questo processo, in parte del premio Nobel Daniel Kahneman e del suo partner di ricerca Amos Tversky, dimostra che i pregiudizi istintuali possono alterare il modo in cui le persone misurano le probabilità nel prendere una vasta gamma di decisioni presumibilmente razionali, dall’investimento di denaro alla preparazione ai disastri.

Ad esempio, la maggior parte delle persone apprezza che una probabilità di infezione di uno su 100 milioni sia vicina allo zero. Ma se un amico dice di conoscere una persona infetta, allora il nostro sistema istintivo di valutazione del rischio è molto più probabile che si concentri sul numeratore piuttosto che sul denominatore. Sono quello su 100 milioni? io?

Il nostro cervello passa spesso da un estremo all’altro, dall’ignorare del tutto i rischi a poi reagire in modo eccessivo.

Il caso COVID 19 ha molti degli elementi che possono provocare rapidamente il panico istintivo, notano gli esperti. È invisibile e non conosce barriere, un punto comunicato graficamente in immagini e video senza sosta dai media. Come la SARS e, più recentemente, la MERS, la sindrome respiratoria mediorientale e l’influenza aviaria, si tratta di una strana minaccia esotica, di cui si sa ancora poco e c’è poco che si può fare personalmente per limitarla.

Proprio questi elementi, secondo i ricercatori, sono precisamente quelli che hanno maggiori probabilità di causare un’ansia contagiosa.

Come possiamo dunque evitare di cadere in quest’ansia contagiosa da COVID 19?

Le paure possono diventare panico, è quindi importante proteggersi con comportamenti adeguati, con pensieri corretti e emozioni fondate.  

Eccovi i nostri suggerimenti:

1. Attenersi ai fatti: usate il sistema di pensiero due – razionale. Di fronte all’informazione che vi viene fornita, fermatevi, riflettete sulla sua correttezza. Su 100 persone che si ammalano 80 guariscono spontaneamente, 15 hanno problemi gestibili in ambiente sanitario, solo il 5 hanno problemi più gravi e tra questi i decessi sono circa la metà ed in genere in soggetti portatori di altre importanti patologie.

2. Non confondete una causa unica con un danno collaterale. La maggior parte delle morti è dovuta ANCHE al Coronavirus.

3. Evitate la ricerca compulsiva di informazioni e usate quindi solo fonti informative affidabili (WHO, CDC).

4. Se hai la sensazione di paura, prendi atto che è normale, riconoscila. In linea generale troppe emozioni impediscono il ragionamento corretto e frenano la capacità di vedere le cose in una prospettiva giusta e più ampia, allargando cioè lo spazio-tempo con cui esaminiamo i fenomeni. La regola fondamentale è l’equilibrio tra il sentimento di paura e il rischio oggettivo.

5. Pratica la mindfulness, o delle tecniche di rilassamento.

6. Prenditi cura di te, del tuo benessere fisico ed emotivo.

7. Agisci collettivamente per un fenomeno collettivo: anche se tu ti sei fatto un’idea corretta del fenomeno e non provi alcuna paura infondata, è bene aiutare gli altri raccontando in parole semplici il nostro decalogo e le raccomandazioni qui elencate. Bisogna ricordarsi delle parole di Alessandro Manzoni in relazione alla peste di Milano del Seicento: “il buon senso se ne stava nascosto per paura del senso comune”.

8. Non vergognarsi di chiedere aiuto. Tutti possiamo avere necessità, in certi momenti o situazioni, di un confronto, una consulenza, un sostegno, anche solo per avere le idee più chiare su ciò che proviamo e gestire meglio le nostre emozioni, e questo non ci deve far sentire “deboli”. Non è debole chi chiede aiuto per aumentare le proprie risorse e quelle dei suoi cari.

Cristina Turchet è Executive Director di CIMBA ITALY, docente di Problem Solving e Certified Kepner-Tregoe Program Leader

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