Neuroscienza&Quotidiano

La Felicità è una cosa seria [ed è pure contagiosa]

Alcuni ne hanno sentito parlare, alcuni l’hanno sfiorata, altri vissuta, altri rimpianta e alcuni la tengono stretta a sé. Sto parlando della felicità.

La parola “felicità” etimologicamente deriva da: felicitas, deriv. felix-icis, “felice”, la cui radice “fe-” significa abbondanza, ricchezza, prosperità.

Come evidenzia uno degli psicologi più famosi del settore, Ed Diener, per star bene è necessario avere un elevato indice di benessere soggettivo. In linea, il Gallup World Poll, principale base dati del primo rapporto mondiale sulla felicità, conferma come la felicità derivi sia da una valutazione ragionata delle soddisfazioni che la vita ci regala sia da una condizione emotiva.

Ne consegue che la nostra felicità includa sia uno stato emotivo ben preciso sia autovalutazioni cognitive riguardanti vari domini, come il lavoro, il reddito, le relazioni, i legami familiari e… il senso della patria.

Il senso della patria. Sì, proprio quel senso di appartenenza che secondo gli studiosi è un’importante fonte di felicità.

Guardando i numerosi video di persone che in queste settimane riempiono i nostri social network con canti dell’Inno nazionale e la nostra bandiera ben esposta sui balconi, ben comprendo l’influenza di tale fattore su di me e come contribuisca ai miei attimi di felicità. Come è risaputo, in base alla teoria dell’identità sociale, inserirsi in un gruppo è fondamentale per la creazione dell’identità e dell’autostima.

Attingiamo quindi, e questo è il mio invito, a questa sorgente di felicità, allontanando l’attenzione dalle nostre vite individuali e puntandola invece verso il nostro Paese, verso il far bene e far sentire bene.

La felicità è contagiosa: il contatto diretto con una persona felice aumenta, pare, del 15% la probabilità di sentirsi felici!

La felicità è pertanto una cosa seria, da prendere seriamente!

Francesca Furlanis, psicologa e psicoterapeuta

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