Il coraggio delle scelte, tra neuroscienze e gratitudine
Le neuroscienze ci ricordano una cosa affascinante: ogni scelta che facciamo è un piccolo, magnifico atto di futuro. Non è mai soltanto un bivio. È l’espressione di come ci percepiamo, di ciò che immaginiamo possibile e del modo in cui il nostro sistema nervoso impara a orientarsi nell’incertezza.
Molte decisioni, infatti, non nascono in un lampo, ma maturano lentamente. La corteccia prefrontale – la parte più “razionale” – lavora insieme alle aree emotive. Il coraggio, allora, non è l’assenza di paura: è la capacità del cervello di tollerare la complessità, restare in movimento, integrare sensazioni e valori. È un processo neuronale prima ancora che un tratto del carattere.
Thanksgiving, negli Stati Uniti, è il giorno in cui si celebra ciò che abbiamo, ma anche ciò che abbiamo scelto. Non a caso la nostra Alumni Reunion di ieri sera, proprio in quella data, ha avuto come tema il coraggio delle scelte. Una sincronia non casuale: gratitudine e decisioni coraggiose sono due circuiti che si alimentano a vicenda. Quando siamo grati, il cervello riduce lo stress, aumenta la disponibilità a rischiare in modo sano, migliora la capacità di vedere possibilità.
Durante la serata abbiamo ascoltato tre voci molto diverse tra loro, ma unite da un filo sorprendente: il coraggio come scelta quotidiana, non eroica, spesso silenziosa.
Jacopo Poli ci ha portato dentro la sua storia fatta di tradizione, innovazione paziente e responsabilità familiare. La sua narrazione ci ha ricordato che esiste un coraggio che non urla, ma costruisce. È il coraggio che attraversa quattro generazioni e decide di resistere quando tutto intorno sembra spingere verso modelli più facili.
Marta Nocent ci ha fatto vedere un altro tipo di coraggio: quello che arriva quando la vita cambia traiettoria all’improvviso. Il suo percorso, dalla paraplegia ai titoli internazionali nella scherma paralimpica e alla professione odontoiatrica, è la dimostrazione che il cervello umano ha una straordinaria capacità di ricostruire identità e scopi, anche quando tutto sembra perduto. Le neuroscienze lo chiamano neuroplasticità. Noi, semplicemente, lo chiamiamo forza interiore.
Dr. Al, infine, ci ha regalato una storia che ha fatto vibrare la sala: il viaggio dall’Iowa all’Italia, il desiderio di creare CIMBA, l’intuizione che le persone possano crescere davvero solo quando emozione e conoscenza dialogano. Nel suo racconto abbiamo percepito il coraggio dell’origine: quello che spinge a lasciare il familiare per costruire qualcosa che ancora non esiste.
Tre storie, tre cervelli, tre modi diversi di fronteggiare l’incertezza. Un unico insegnamento: il coraggio non si trova nelle grandi svolte, ma nella continuità del gesto.
La gratitudine che tiene insieme tutto
Thanksgiving ci ricorda che la gratitudine non è un sentimento “gentile”, ma un potentissimo meccanismo di regolazione emotiva. Riduce l’attività dell’amigdala (la nostra sentinella del pericolo) e aumenta quella delle aree legate all’apprendimento e al benessere. Essere grati ci rende più liberi di scegliere.
Per questo, chiudendo il ricordo di questa serata speciale, vogliamo esprimere una gratitudine altrettanto speciale.
Grazie a Jacopo Poli, Marta Nocent e Dr. Al per aver condiviso una parte autentica della loro storia e aver reso il tema del coraggio qualcosa di umano, tangibile, vivo.
Grazie alla CIMBA Family, che ancora una volta si è presentata con calore, curiosità e spirito di comunità. Avete portato energia, domande, sorrisi e un senso di appartenenza che è parte fondamentale di ciò che siamo.
E grazie a chi ha partecipato alla nostra Alumni Reunion nel giorno di Thanksgiving: non solo per la presenza, ma per quello che rappresenta. Siete la prova vivente che il nostro WHY, valorizzare il potenziale umano, si realizza davvero quando ci ritroviamo.
Le scelte coraggiose costruiscono il futuro. La gratitudine lo rende abitabile.
E quando le due cose si incontrano, nasce una comunità come la nostra.