Neuroscienza&Quotidiano

Red Zone, il tempo giusto per generare nuove abitudini ed eliminare gli errori cognitivi

A distanza di un anno dall’inizio pandemia ci ritroviamo ancora, in questi giorni, ad affrontare stress, difficoltà, ansie e malumori provocati da una nuova stretta, obbligata dalla situazione sanitaria.

E allora ci chiediamo: può la zona rossa (o arancione poco importa) portare a qualcosa di buono?

Sì, se mettiamo da parte le lamentele e la frustrazione e utilizziamo questo periodo per fermarci e lavorare su noi stessi, verso un miglioramento teso ad un nuovo status personale e professionale. Farlo è semplice, ma perché sia definitivo, è necessario appellarci alle neuroscienze.

Abbiamo parlato più volte della NEUROPLASTICITÀ CEREBRALE, che permette al sistema nervoso di modificarsi a seconda degli eventi che lo coinvolgono e influenzano, come ad esempio l’esperienza. Questo permette di creare nuove abitudini e modificare quelle in essere.

Come fare a rafforzare le abitudini positive e cancellare le associazioni tra pensieri e abitudini negative?

È possibile grazie alla TEORIA DEI 4 PASSI, descritta da Jeffrey Schwartz in “You are not your brain” che consiste, in primis, nell’autoconsapevolezza di ciò che accade e poi in 4 azioni:

  • RI-ETICHETTARE, identificando i messaggi ingannevoli e chiamandoli per ciò che sono davvero.

“Quello che mi fa star male è solo un pensiero/sensazione”

Prima di poter cambiare qualcosa bisogna chiamarlo per ciò che è. Questo passaggio comporta lo sviluppo di una consapevolezza di ciò che fa il tuo cervello nel momento. Osserva semplicemente cosa succede senza dargli un significato. Successivamente, quando hai riconosciuto questi errori cognitivi, etichettali per ciò che sono realmente: pensieri, impulsi, desideri, abitudini, sensazioni fisiche o emotive. Questo ti aiuterà a staccarti da questi messaggi e a capire che fanno parte del tuo cervello e non di te.

  • RI-CONSIDERARE i tuoi pensieri ingannevoli cambiando la tua prospettiva e valutandoli come elementi sbagliati.

“Questo pensiero è un errore cognitivo”

Lo scopo della riconsiderazione è quello di capire che i messaggi cerebrali sbagliati sono separati dalla tua persona. Essere coscienti di questo, mette un filtro tra questi errori cognitivi e il comportamento ingannevole automatico. Puoi usare frasi come “non sono io, è solo il mio cervello”.

  • RI-FOCALIZZARE la tua attenzione su una attività sana e costruttiva quando si presentano i messaggi ingannevoli del cervello.

“Non do peso a questo pensiero, mi concentro su altro”

Con la rifocalizzazione ci si rende conto del fatto che si può continuare la nostra giornata serenamente, nonostante la presenza dei pensieri e degli impulsi negativi. Inizia il processo di rifocalizzazione rifiutando le risposte abituali che il messaggio ingannevole stimola in te. Dì a te stesso “Sto vivendo una risposta abituale, ho bisogno di concentrarmi su qualcosa di diverso”. Imparerai che, anche se la sensazione spiacevole è lì, non deve controllare quello che fai. Decidi tu cosa fare, invece che reagire ai messaggi ingannevoli con impulsi abituali.

  • RI-VALUTARE le tue sensazioni spiacevoli come messaggi sbagliati del cervello. Coltiva il tuo lato sano e positivo.

“Ho capito che questo pensiero è un errore cognitivo, per cui non mi faccio influenzare”

Quando completi i primi tre passaggi regolarmente, il quarto passo inizia ad accadere quasi automaticamente. Inizi a vedere pensieri, impulsi e emozioni per quello che sono: sensazioni causate da messaggi mentali ingannevoli che non ti avvantaggiano, che non sono veri e che hanno poco o nessun valore. Anche se i messaggi ingannevoli cercheranno di convincerti del contrario, devi cambiare le tue convinzioni, non te stesso, per reimpostare il tuo cervello sul pensiero sano e costruttivo.

Rivalutare significa affrontare la vita con un modo di pensare positivo ed empatico, imparare a prenderti cura di te stesso, in modo da prendere le decisioni basandoti su stati emotivi stabili e positivi invece che essere governato da paura, rabbia, tristezza o altri messaggi ingannevoli del cervello.

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